L’alimentazione di servizi di calcolo avanzati e laboratori di ricerca con energia idroelettrica rinnovabile premiata come buona pratica di innovazione sostenibile
L’Università di Udine e Cafc vincono il “Premio FVGreen per lo sviluppo sostenibile” 2025
Primo posto nel Settore Risorse Idriche – Sezione Imprese e Startup con il progetto “L’acqua che accende il futuro”
L’Università di Udine e Cafc SpA si sono aggiudicate il primo premio “FVGreen per lo sviluppo sostenibile” 2025, nel Settore Risorse Idriche – Sezione Imprese e Startup, con il progetto “L’acqua che accende il futuro”. Istituito dalla Regione per valorizzare le migliori esperienze in campo ambientale, economico e sociale, il premio valorizza le realtà che si sono distinte per innovazione, impatto ambientale e benefici per la comunità. La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 8 novembre al Teatro Verdi di Trieste. Per l’ateneo erano presenti Gian Luca Foresti, coordinatore scientifico del piano strategico interdipartimentale sull’intelligenza artificiale e Giuseppe Cabras, funzionario del dipartimento di Scienze, Matematiche, Informatiche e Fisiche.
Il progetto premiato prevede l’utilizzo della centrale mini-idroelettrica Ancona di CAFC SpA per fornire direttamente l’energia elettrica necessaria al funzionamento di servizi di calcolo avanzati per i laboratori di ricerca dell’Ateneo. Un’iniziativa innovativa che unisce sostenibilità ambientale, efficienza energetica e ricerca avanzata.
“L’idea di progetto nasce da un’intuizione di Daniele Goi, professore ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale - dichiara Gian Luca Foresti, coordinatore scientifico del progetto per l’ateneo - che immaginò già diversi anni fa l’uso dell’energia generata della centrale mini-idroelettrica Ancona, per alimentare i laboratori di ateneo collocati in via Sondrio e presso la sede di Uniud Lab Village impegnati in ricerche avanzate che richiedono elevati consumi energetici. La prima sperimentazione effettuata ha riguardato l’alimentazione di un data center impiegato, oltre che per progetti di ricerca interni all’Ateneo, anche per lo sviluppo del progetto MIRA – Medical Innovation for Rare using Artificial Intelligence, una collaborazione multidisciplinare tra enti pubblici (Asufc, Sissa e Area Science Park) dedicata alla diagnosi precoce delle malattie rare”.
L’alimentazione di data center “energivori” tramite energia rinnovabile prodotta in sito, per oltre 8.000 ore all’anno, rappresenta una soluzione replicabile e a basso impatto ambientale, con significativi benefici per la riduzione delle emissioni di gas serra e l’assenza di inquinanti derivanti da combustibili fossili. L’approvvigionamento diretto evita inoltre oneri di rete e di sistema, riducendo i costi energetici e liberando risorse per investimenti in ricerca e innovazione.
Con “L’acqua che accende il futuro”, l’Università di Udine e Cafc Spa dimostrano come la sinergia tra innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale possa generare valore per la comunità e per il territorio.
“È un riconoscimento che premia una visione chiara: l’acqua come bene comune, energia pulita e piattaforma per l’innovazione”, afferma il presidente del Cafc Salvatore Benigno - La Centrale Ancona dimostra come un’infrastruttura storica possa evolvere in supercalcolo rinnovabile, grazie alla collaborazione tra università, enti di ricerca, sistema sanitario e imprese. Linea che intendiamo proseguire: progetti utili alle comunità, misurabili nei risultati e replicabili sul territorio”.